CHI SONO
La vita può seguire le traiettorie più disparate: portarci lontano o, al contrario, farci partire da lontano; può farci seguire traiettorie lineari oppure involversi in circuiti tortuosi che sembrano privi di prospettiva. Personalmente ho sperimentato un’istintiva attrazione per il mio passato, che mi ha portato a ricercare una dimensione di vita che potesse includere e farmi riassaporare esperienze legate all’infanzia, all’adolescenza. In un tempo in cui, adulto, percepisco il senso di pienezza e maturità cui le esperienze volte all’emancipazione dal nucleo familiare d’origine mi hanno portato, al contempo ho avuto bisogno di recuperare i profumi, i suoni, i colori e le storie dei primi vent’anni di vita.
Sono nato, direi per caso, a Milano, da genitori di origine salentina emigrati per breve tempo per lavoro. Appena ho cominciato a compiere i primi passi in autonomia abbandonando il girello, molto in voga negli anni ’70, ho fatto rientro a Lecce dove sono cresciuto in un sereno clima familiare e parentale. Sempre dedito allo sport con finalità ricreative e all’osservazione della natura nelle sue cicliche mutazioni, ho sviluppato un particolare interesse per la psicologia, l’etologia e per la cura del mondo dell’infanzia; ho avuto la fortuna di avere tre fratelli più piccoli e di essere sempre immerso in una dimensione di confronto e dialogo con il mondo dell’infanzia sino alla maggiore età. Anche quando, da adolescente, la maggior parte degli amici mi spingeva verso esperienze di maggiore trasgressione ed emancipazione sociale, la dimensione osservativa e riflessiva sulla realtà ha mantenuto un posto rilevante nelle mie giornate, con una continua alternanza tra le inevitabili attività ordinarie strutturate e automatizzate e momenti di pausa ‘caotici’, fatti di digressioni, sogni ad occhi aperti, introiezione silenziosa di ‘mondi paralleli’, quali il mutare di un girino, la continua frenesia delle formiche, il riprodursi occasionale dei pesciolini dei miei numerosi acquari.
Giunto alla maturità in modo scanzonato e serio, gioviale e schivo al tempo stesso, ho deciso con fermezza di studiare medicina, spinto dal desiderio di possedere i segreti della biologia dell’organismo vivente più evoluto e complesso e da un’innata propensione all’ascolto e all’osservazione che mi hanno naturalmente orientato negli anni alla scelta della neuropsichiatria infantile come branca specialistica.
Gli anni dell’università sono stati un viaggio entusiasmante e faticoso che mi ha allontanato dagli interessi materiali e istintuali proiettandomi in una dimensione simil eremitica fatta di sacrifici, rinunzie, che mi ha portato a sviluppare una forte autostima: la capacità di apprendere nell’intimo le meraviglie dell’universo microscopico di cui siamo espressione, la consapevolezza nella possibilità di raggiungere obiettivi grandiosi, la capacità di selezione dei bisogni essenziali e preziosi con eliminazione del superfluo, l’esercizio continuo dell’autocritica come strumento per affinare il rispetto dell’altro, sono ulteriori tratti costitutivi della mia Identità. In questo percorso la città di Pavia, nel suo essere al tempo stesso luogo d’eccellenza per il mondo accademico e piccola realtà di provincia ha dato una quota di dolore ai miei turbamenti esistenziali e spessore alla mia formazione professionale. Da qui, colmo di passione e consapevole di custodire un sapere prezioso, da arricchire e valorizzare ancor più, ho scelto di proseguire gli studi a Torino presso il prestigioso Osp. Infantile “Regina Margherita”, aprendomi alla clinica dell’età evolutiva non dolo da una prospettiva medica altamente specialistica, grazie alla presenza di tutte le branche specialistiche infantili, ma anche psicoterapeutica, grazie alla contemporanea frequentazione di corsi e seminari della scuola di psicoterapia psicodinamica che la scuola di specializzazione in neuropsichiatria infantile offriva.
Anni pieni di soddisfazioni e altamente formativi, di cui conservo tanti bei ricordi tra cui le parole di uno degli ultimi ragazzini che seguii, Marco, che salutandomi mi donò un disegno sul cui fondo c’era una scritta: ‘io e te abbiamo costruito una città così grande e pensierosa’. Emozioni che tutt’ora porto dentro.
Neanche il tempo di discutere la tesi che ricevetti una chiamata cui non potevo dire di no. Mi si prospettava la possibilità di lavorare in un grande Ospedale, nella comunità residenziale terapeutica per adolescenti con gravi disturbi psicopatologici. Il coronamento della mia maggiore ambizione, la cura del disagio psichico dalla prospettiva del paziente, non solo da dietro alla scrivania di uno studio. Ancora rinunce dal punto di vista affettivo e ambientale; ancora lontano dalla famiglia, in quella Milano che sembrava apparentemente chiudere un cerchio (essendo nato li) ma che in realtà creava una nuova, più lunga traiettoria di vita prima dell’agognato ritorno alle origini. 12 anni intensi, ricchi di esperienze forti, che hanno riempito e rinforzato me stesso più di quanto avrei potuto immaginare; ritmi lavorativi e sollecitazioni emotive che per intensità e complessità non immaginavo potessero neanche essere reali.
Pieno di un grande bagaglio clinico, nel 2017 il ritorno a Lecce, prima presso il servizio pubblico ambulatoriale, la UONPIA; poco dopo, giusto il tempo di riambientarsi, il via ad un’altra esperienza estrema: chiedo l’assegnazione al reparto per la cura dei pazienti psichiatrici ristretti in carcere, nella nuova Articolazione che la regione Puglia aveva da poco inaugurato per implementare il livello assistenziale sanitario dopo la chiusura degli OPG (Osp. Psichiatrici giudiziari); il bisogno di un rapporto diretto col paziente, la fame di trasmettere ed assorbire al tempo stesso era sempre più grande di quanto mi era dato possibilità di esprimere e dunque, dopo altri tre anni, sono ora pronto ad inaugurare una nuova avventura, cui avrete modo di partecipare se deciderete di avvalervi della mia professionalità.